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      E anco penso che teniate a memoria quel che abbiamo avuto da' nostri antichi, che la nostra schiatta non piglia origine da queste provincie, ma è venuta da lontani paesi; percioché i nostri maggiori gli condusse qua un certo signore il quale gli lasciò qui e partissi, e doppo lungo tempo ritornò e trovò che li nostri padri avevano fatte città in questi paesi, e tolte per moglie le paesane e di quelle generati figliuoli, di maniera che non volsero piú andar con lui, né riceverlo per signore. Ed egli partendosi promise o di tornare personalmente o mandar altri qua in nome suo, con tante genti, potenzia e forze che potrebbe costringerci alli suoi servizii. Sapete che insin ora di giorno in giorno l'abbiamo aspettato, e per le cose che 'l presente suo capitano ci ha racconte di quel re e potente signore il quale afferma che l'ha mandato qua, e per il luogo donde fa professione d'esser venuto, tengo per fermo, e similmente voi dovete tenere, che questo veramente è quel signore che noi aspettavamo, e massimamente che 'l suo capitano afferma che egli già lungo spazio di tempo avea avuto notizia di noi. Ma poiché i nostri antichi non fecero quel che erano tenuti di fare verso i loro signori, bisogna che lo facciamo noi, e rendiamo grazie alli nostri Iddi che quel che abbiamo aspettato sí gran tempo sia venuto a' nostri giorni. E perciò voglio pregarvi tutti, poiché quel che vi ho narrato già molto fa è a tutti voi notissimo, che, sí come insin qui avete tenuto me per signore e a me avete ubbedito, da ora innanzi rendiate obbedienzia a questo grandissimo e potentissimo re, e lui in ogni conto abbiate per signore, poiché egli è vostro signor naturale, e in luogo suo abbiate per signore, onoriate e osserviate questo suo capitano; e tutti li tributi e servigii che fin al presente siate soliti di rendere a me, rendetegli a questo suo capitano, percioché ancor io parimente sono astretto di contribuire e ubbedire a tutti gli suoi comandamenti; e da ora innanzi esequite e fate ogni cosa che legitimamente a signore siate tenuti di fare, e in questo mi farete cosa gratissima".


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Iddi