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      Poiché fummo arrivati al ponte, accostammo le machine alle mura di certe terrazze, e le scale che avevamo portate per salirvi; ma tanta moltitudine d'uomini difendeva il ponte e le terrazze, e tanto spessi e grossi erano i sassi che essi a forza gettavano, che fracassarono le nostre machine, e uccisero uno Spagnuolo e molti ne ferirono: e benché gagliardamente si fusse combattuto, nondimeno non potemmo avere uscita alcuna. Combattemmo dalla mattina a buon'ora insin a mezzogiorno, e con grandissimo nostro dispiacere ne ritornammo alla fortezza, onde gli nemici presero tant'animo che ardivano di scorrere fino alle porte della fortezza, e presero quella gran moschea. E forse cinquecento uomini de' primi salirono in una delle piú alte e gran torri di quella, e vi portarono di molta vettovaglia, come pane e acqua e altri cibi, e grandissima copia di sassi, e la maggior parte di loro aveva le aste con le punte di pietra larghe piú delle nostre e non meno aguzze, e da quella torre offendevano grandemente i nostri che erano nella fortezza congiunta con quella.
      A questa torre gli Spagnuoli diedero l'assalto invano due o tre volte, e per salirvi fecero arditamente ogni sforzo: ed essendo alta e difficile da salire, che era piú di cento gradi, e coloro che stavano di sopra essendo forniti di sassi e di molte altre sorti d'arme, e avendo preso maggiore ardire per non aver noi potuto occupare alcuna delle terrazze, non cominciò mai a salirvi alcuno degli Spagnuoli che scendendo non ne cadesse, e ne ferivano molti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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