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      Coloro che vedevano far queste cose prendevano tanto animo, che senza paura davano l'assalto alla fortezza. Io, vedendo che, se essi tenevano longamente quella torre, oltra i danni ogni giorno fattici crescerebbono d'ardire per offenderci, uscii della fortezza, benché poco mi potesse prevaler della man sinistra per una ferita datami da loro il primo giorno. Legatami la rotella al braccio, con certi Spagnuoli che mi seguitarono m'appressai alla torre e procurai che diligentemente il piè di quella fosse circondato, e coloro che la circondavano non riposavano, anzi da ogni lato combattevano co' nemici, e per dar soccorso a quegli che stavano nella torre corsero molti. Noi cominciammo a montar su le scale, e benché con ogni sforzo difendessero il salirvi, tre solamente o quattro Spagnuoli gettarono giú dalle scale. Vi salimmo finalmente, con l'aiuto del Salvator nostro e della beatissima sua madre Maria, e combattemmo tanto gagliardamente nella parte di sopra della torre, che gli sforzammo dalla detta torre saltare in una loggia che circondava la torre, di larghezza d'una statura d'un uomo. Ed erano d'intorno alla torre tre simili a quella, distanti quasi quanto sariano tre stature d'uomini. Alcuni di loro cadettero dalla cima al piè della torre, i quali, oltra che pativano per la caduta, quivi erano uccisi dagli Spagnuoli; ma quegli che erano fermi nelle dette loggie combatterono tanto gagliardamente con noi che consumammo tre ore prima che gli potessimo uccidere, de' quali niuno scampò, ma tutti furono uccisi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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