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      E Vostra sacra Maestà presti fede alle mie parole, che fu cosa tanto difficile l'espugnar questa torre che, se Iddio non avesse tolto loro le forze e l'animo, venti di loro facilissimamente averiano potuto vietare il salirvi a mille spagnuoli, benché fortemente avessero combattuto insino alla morte. Procurai di metter fuoco a quella torre e a tutte le cose che erano nella detta moschea, dalle quali già avevano levate tutte l'imagini che noi vi avevamo poste.
     
     
      Come gl'Indiani avevano al tutto deliberato d'uccider gli Spagnuoli. Come gli Spagnuoli uscirono e abbrucciorono assaissime case, terrazze e torri e presero quattro ponti, e come gli riempierono, e molti Spagnuoli furono feriti.
     
      Espugnata che fu questa torre, perdettero alquanto l'ardire, e talmente che in molti luoghi si ritirarono. Io allora ritornai a quella terrazza e chiamai quei capitani che prima m'avevano parlato, i quali parevano alquanto avere abbassato l'ardire per le cose che avevano viste, e subito s'avicinarono; e dimostrai loro che ormai non mi potevano resistere, e che noi ogni dí facevamo loro grandissimo danno e assaissimi n'erano uccisi, e abbrucciavamo e distruggevamo la lor famosa città, né cesseremmo finché di lei e di loro vi fusse vestigio alcuno. Risposero che ben vedevano il gran danno che ricevevano da noi e che molti ne morivano, nondimeno che essi avevano del tutto deliberato d'ucciderne; e mi dicevano ch'io guardassi le contrade, le piazze e le terrazze tutte piene d'uomini, perché affermavano aver fatto conto che se di loro ne morissero ventimila e de' nostri uno, che tosto ne ridurrebbono a niente, dicendo noi esser pochi e che erano essi senza numero, e ne certificavano tutte le strade mattonate per le quali s'andava in terra ferma esser state guaste, come con effetto erano, salvo una, e da niuna parte ci era aperta la via se non per acqua; e ben dovevamo sapere che non avevamo abbondanza di vettovaglie né d'acqua, e non poter resister molto, che moriremmo di fame, ancora che essi non n'uccidessero.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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