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      E mentre la cosa passava di questa maniera, arrivai una volta ad un certo ponte ch'io avevo espugnato, ed essendo essi de lą da quel ponte, feci segno a' miei che si fermassero, e similmente essi, vedendo il mio segno, accennarono ai loro che tacessero; e dissi loro per che cagione fussero diventati sķ pazzi che volessero esser distrutti, e che, se tra loro si trovava alcuno de' principali della cittą, dovesse venir lą, ch'io desideravo di parlargli. Essi mi risposero che tutta quella moltitudine d'uomini ch'io vedevo erano signori, e perciņ io dicessi lķ in mezzo tutto quello ch'io volevo. E non avendo dato loro alcuna risposta, cominciarono a venire alle villanie, e certi de' nostri dissero loro che morirebbono di fame, e non gli lascieremmo uscir de lķ per andare a cercar vettovaglie; risposero che non n'avevano di bisogno, e se n'avessero di bisogno mangiarebbono noi Spagnuoli e gli uomini di Tascaltecal.
      E perché l'andata mia a questa cittą di Tacuba era stata principalmente per venire a qualche convenzione con quei di Temistitan, e per intender che intenzione avessero, e vedendo che 'l mio dimorar quivi nulla giovava, dopo sei giorni deliberai di tornare a Tessaico per sollecitar che fussero finiti li brigantini, per poter assediargli per terra e per acqua. Il giorno che ci partimmo venimmo la sera ad alloggiare alla cittą di Coantincan, della quale di sopra ho fatto menzione, e gli nemici sempre ne perseguitarono, e noi co' cavalli spesse volte andammo loro adosso, e cosķ alcuni rimasero nostri prigioni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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