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      Il giorno seguente cominciammo a seguitare il nostro viaggio, e gli nemici, vedendo che ci partivamo, pensandosi che lo facessimo per paura, si misero insieme molti di loro e cominciarono a seguitarne. Io, vedendo questo, comandai a' fanti che andassero innanzi, e quando si fermassero nella loro ultima schiera stessero cinque cavalli; e io rimasi con gli altri venti e comandai che sei a cavallo andassero in un certo luogo a far imboscata, e altri sei in un altro e cinque in un altro, e io con tre in un altro, e subito che gli nemici fussero passati, pensandosi tutti noi insieme essere andati avanti, quando sentissero gridar "San Giacomo" saltassero fuori e gli andassero alle spalle. Ed essendo venuto il tempo, saltammo fuori e gli cominciammo a ferir con le lanze, e per due leghe gli perseguitammo sempre in una pianura che era bella da vedere, e cosí perirono molti di loro, uccisi parte da noi e parte dagl'Indiani amici nostri, e si rimasero senza seguitarne piú oltre. Noi ci ritirammo e arrivammo i nostri, e quella notte alloggiammo in una nobil terra nominata Aculman, che è lontana due leghe dalla città di Tessaico, onde ci partimmo il giorno seguente, e a mezzodí arrivammo alla città di Tessaico. Fummo ricevuti allegramente dall'esecutor maggiore, il quale io avevo lasciato al governo, e anco da tutti gli altri, avendo grandissimo piacere della nostra ritornata, percioché, dopo la nostra partita de lí, non avevano avuto mai novella alcuna di noi né ciò che ne fusse intervenuto, e pur grandissimamente desideravano saperlo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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