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      E piacque a Iddio dar loro tante forze che, benché gli nemici facessero grandissima resistenza, vi salirono pure, ma ne furono feriti molti; e dopo loro seguitarono gl'Indiani amici nostri, e gli nemici si viddero già esser vinti. E inondava tanto il sangue sí di coloro che erano uccisi per mano di Spagnuoli, sí anco di coloro che cascavano da alto, che tutti quelli che vi si trovarono presenti affermano che un picciol fiume, che circondava quella terra, corse tutto rosso di sangue de' morti; e dipoi stettero assai prima che potessero cavarne acqua buona da bevere, che, essendo gran caldo, avevano grandissimo bisogno d'acqua. Avendo il predetto esecutor maggiore posto fine a questa impresa, lasciando le due sopranominate terre quiete e punite col meritato castigo, perché da prima rifiutarono la pace, se ne ritornò in compagnia di tutti alla città di Tessaico. E creda la Vostra sacra cattolica Maestà che questa è stata una vittoria notabile, nella quale gli Spagnuoli hanno molto ben mostrato le loro forze.
     
     
      Come il Cortese mandò un'altra volta l'esecutor maggiore in soccorso a que' di Calco, e, avanti che arrivasse là, trovò che avevano fatto la giornata co' nemici e fatti molti prigioni. Come, fatta sicura la strada, quei della Vera Croce mandarono al Cortese balestre, schioppi e polvere, e gli fecero sapere che erano giunte tre navi con soldati e cavalli.
     
      Gli abitatori di Messico e di Temistitan, avendo inteso il grandissimo danno fatto alle loro genti dagli Spagnuoli e da quelli di Calco, deliberarono di mandar contra di loro certi capitani con grandissimo esercito.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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