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      Noi, avendo sí gran bisogno di aiuto, credemmo che ci fusse stato mandato da Iddio.
     
     
      Come il Cortese mandò in Temistitan due de' primarii di detta città, che erano prigioni di quei di Calco, a pregar quei signori che si rendessero. Del soccorso mandato a quei di Calco. Come vennero ambasciadori di Tazapan, Mascalango e Neuten ad offerirsi.
     
      Io cercava per tutti i modi possibili di tirare all'amicizia nostra gli abitatori di Temistitan, parte acciò per lor cagione non fussero distrutti, e parte per riposarci dalle fatiche delle passate guerre, e massimamente che di ciò io giudicavo venirne grandissima utilità alla Maestà Vostra: e dovunque io potevo avere alcuno di quegli della città, lo rimandavo dentro, accioché confortasse gli altri a darsi pacificamente. E il mercordí santo dell'anno 1521 comandai che venissero alla presenza mia que' primarii di Temistitan che erano stati fatti prigioni da quei di Calco, e feci loro intendere se alcuno di essi volesse andare nella città e per mio nome parlare ai signori di quella, e pregargli che non cercassero piú di far guerra meco e si dessero per vassalli di Vostra Maestà, come avevano fatto prima, percioché io non desideravo di ruinargli, ma di tenergli per amici. E benché non andassero volentieri, temendo che, se portassero tale ambasciata, sariano uccisi da loro, nondimeno due d'essi deliberarono di andare e mi dimandarono lettere; e se ben non intendevano le cose che in quelle si contenevano, nondimeno sapevano esser tale usanza che, giunti che fussero là, gli cittadini prestariano lor fede.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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