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      Ed essendo noi mescolati con loro e avendogli perseguitati per molto spazio, essendo già stanco il mio cavallo cadette, e gli nemici vedendomi a piedi, alcuni di loro si mossero contra di me: io cominciai a difendermi con la lancia, e un Indiano di Tascaltecal molto conosciuto da me, vedendomi serrato in quel pericolo, corse per aiutarmi, ed esso col mio servidore che venne levarono suso il cavallo. E in quel punto sopravennero gli Spagnuoli e gli nemici se ne fuggirono, e io insieme co' cavalieri, essendo già stanchi, ritornammo nella città. E benché s'avicinasse la notte e noi ci dovessimo riposare, nondimeno comandai che tutti i ponti alzati da' quali passava l'acqua fussero serrati, ripieni con sassi e cespugli che quivi si trovavano, accioché i cavalli potessero entrar nella città e uscir senza fatica o pericolo; e non mi parti' de lí finché quelle cattive strade non furono racconcie, e quella notte la passammo con grandissimo ordine di guardie.
     
     
      Come i nemici deliberarono circondar Sichimilto per terra e per acqua, e in che modo il Cortese li ruppe, e dipoi rotti e messi in fuga due altri squadroni, e il Cortese, fatta abbrucciar la città, si partí.
     
      Il giorno seguente tutti gli abitatori di Messico e di Temistitan, conoscendo che noi eravamo nella città di Sichimilco, deliberarono di circondarne in qualche modo per terra e per acqua, pensandosi che noi non potessimo scampare. Io montai sopra una torre dedicata ai loro idoli, per guardar che ordine tenessero e donde ne potessero assaltare, per dar rimedio a quanto bisognava.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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