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      E avendo deliberato, finiti li bregantini, d'assediar la città di Temistitan, volsi prima vedere il sito di questa città, e donde s'entrava e usciva, e in che luogo gli Spagnuoli potessero offendere ed essere offesi. Il giorno dopo ch'io fui arrivato, insieme con cinque a cavallo e dugento fanti andai alle rive del lago, che era appresso la via mattonata che entra nella città di Temistitan, e vedemo tante canoe piene di soldati, che 'l lor numero era quasi infinito. E giunti all'argine che avevano fatto in quella via mattonata, i fanti cominciarono a combatterlo, e benché fusse gran combattimento, e facessero gran resistenza, e fussero feriti dieci Spagnuoli, nondimeno alla fine lo presero con grande uccisione de' nemici, avenga che li balestrieri e gli schioppettieri rimanessero senza polvere e senza saette. Da questo argine vedemmo la detta via mattonata a diritto cammino per acqua andare alla città di Temistitan per spazio d'una lega e mezza, la quale, insieme con quella che va alla città d'Iztapalapa, era piena d'infinito numero d'uomini. E considerato ciò che io desideravo di vedere, percioché in quella città aveva da stare la guardia de' cavalli e de' fanti, ragunai li nostri e cosí ritornammo, abbrucciando le case e le torri de' loro idoli.
      E il giorno seguente ci partimmo da questa città, andando alla città di Tacuba, che è distante due leghe; e giugnemmo là a dieci ore di giorno combattendo da ogni banda, percioché gli nemici uscivano dell'acqua per assalir gli Indiani che portavano le nostre bagaglie, ma si trovavano ingannati, sí che ne lasciavano andare in pace.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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