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      Comandai che fusse dirizzato un de' predetti pezzi d'arteglieria per la detta strada, col tiro del quale fu fatto gran danno a' nemici, e per negligenza di colui che metteva a segno l'arteglieria s'abbrucciò la polvere che quivi avevamo, benché non fusse gran quantità: ed essendo venuta la notte, mandai un brigantino a Iztapalapa, dove si era fermato l'esecutor maggiore, che poteva esser lontana da due leghe, per condur tutta la polvere che egli aveva. E se bene da principio la mia opinione era, subito ch'io fussi entrato nel lago co' brigantini, d'andare alla città di Cuioacan e proveder che ogni cosa andasse con buon ordine, facendo ai nemici il maggior danno che si potesse fare, subito che quel giorno smontai in quella strada mattonata e presi quelle due torri, deliberai di porre quivi il campo, e che li brigantini stessero appresso quelle torri, e la metà delle genti poste all'assedio della città di Cuioacan e cinquanta fanti dell'esecutor maggiore il giorno seguente andassero là. Avendo ordinato la cosa a questo modo, quella notte stemmo vigilanti, percioché eravamo in grandissimo pericolo, concorrendo tutta la moltitudine della città là a quella strada e discorrendo per il lago; e a mezzanotte venne un grandissimo numero di gente nelle canoe e per la strada per assalire il nostro campo, e certamente ne misero grandissima paura e spavento, specialmente essendo di notte, nel qual tempo essi non sogliono mai venire alle mani co' nemici, né si è veduto mai che siano venuti a battaglia di notte, salvo che quando hanno veduto la vittoria manifesta.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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