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      E quando egli cominciò a combattere, gli nemici gli trapassarono un piede con un bastone aguzzato; e benché quel giorno ferissero e lui e molti altri de' nostri, nondimeno con le balestre e con gli schioppi facemmo loro grandissimo danno, di modo che né coloro che erano nella strada, né quegli che erano nelle canoe, ebbero ardir d'appressarsi tanto quanto facevano prima, e mostravano aver tema e minor audacia del solito. Stemmo in questo modo sei dí, combattendo con esso loro, e gli bregantini andavano attorno la città abbrucciando tutte le case che potevano; e trovarono una entrata d'acqua alta onde potevano circondar la città e tutti li borghi e passar dentro in quella, il che ci fu di molto aiuto, avendo in quel modo impedito la venuta delle canoe, percioché nessuno aveva ardire d'appressarsi al nostro campo per spazio d'un quarto d'una lega.
     
     
      Come il Cortese, inteso per qual vie uscivano ed entravano gli abitatori di Temistitan, mandò l'esecutor maggiore a quella volta. Come circondò la città per darvi l'assalto. Le città che s'erano ribellate e aiutavano i nemici. Come presero molti argini, torri e ponti, e due volte la piazza; quanto aspramente combatterono e con quanto pericolo; come uscirono combattendo, lasciato il fuoco alle piú belle case di quella contrada.
     
      L'altro giorno Pietro d'Alvarado, che era capitano delle genti lasciate all'assedio della città di Tacuba, mi fece intendere come dall'altro lato della città, per la via mattonata che conduce a certe terre poste in terra ferma e per un'altra picciola a quella vicina, gli abitatori di Temistitan entravano e uscivano a loro piacere, e aveva opinione che uscissero tutti da quel luogo forzatamente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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