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      E per far loro maggior danni e astringergli a venire alla pace con esso noi, deliberai di entrare nella città ogni giorno e di combatterla ogni ora con tutte le genti ch'io avevo da quattro luoghi, comandando oltra di questo che tutte le genti delle città che erano nel lago venissero con le loro canoe: e in quel giorno la mattina per tempo si trovavano nel nostro campo piú di centomila Indiani amici nostri. Ordinai che tre brigantini con la metà delle genti, che erano da mille e cinquecento, andassero da una banda, e tre altri con il restante delle canoe dall'altra, per circondare la città e abbrucciarla e fare il maggior danno che si potesse; e io me ne andai per la principale strada mattonata, e la trovai senza alcuno impedimento insino alle case grandi, e niuno ponte era levato, e cosí me ne andai insino ad una strada mattonata, donde si sale ad una contrada per la quale si va alla città di Tacuba, che vi si trovavano da sei overamente sette ponti. Quivi ordinai ad un certo capitano che andasse a pigliare un'altra contrada con sessanta o settanta fanti e sette a cavallo dietro per loro guardia, accompagnati da dieci overo dodecimila Indiani amici nostri, e similmente comandai ad un altro capitano che dovesse occupare una altra contrada; e io con i soldati che erano rimasi seguitai di andar per una contrada per la qual si va alla città di Tacuba, e pigliammo tre ponti riempiendogli, e lasciando gli altri da pigliare il giorno sequente, per essere l'ora tarda, e meglio e piú commodamente potendogli prendere il giorno seguente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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