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      Ed essendo già l'ora tarda, ce ne ritornammo al campo.
      Il dí seguente, avendo posto ordine d'entrar nella città, a nona stando noi ancora nel campo vedemmo uscir fumo di due torri della piazza, overo del Tetebulco, ma non potevamo imaginarci quel che volesse significare; e vedendo quel fumo esser maggiore che quando fanno profumi a' loro idoli, sospettammo i soldati di Pietro d'Alvarado esser venuti là: e benché per la verità fusse cosí, nondimeno non pensavamo che potesse essere. E certamente quel giorno Pietro d'Alvarado insieme co' suoi soldati si portò valorosamente, percioché gli restava da pigliar molti ponti e argini, e a difendergli v'andava sempre la maggior parte della gente della città; nondimeno, vedendo che dal nostro campo noi stringevamo gli nemici, con tutti li modi possibili egli si sforzò d'entrar nella piazza, essendo quivi tutto lo sforzo loro. Ma con tutto ciò non poté passar piú avanti che alla vista di quella e pigliar quelle due torri, con molte altre che erano vicine al palazzo, il quale era tanto largo quanto il circuito di molte torri della città; e gli uomini da cavallo ebbero grandissima fatica e travaglio e furono costretti a ritirarsi, e ritirandosi furono feriti tre cavalli: e cosí Pietro d'Alvarado insieme co' suoi soldati se ne ritornò nel suo campo. Noi quel giorno non volemmo pigliare un ponte e una strada onde correva acqua, la qual sola ci restava da prendere per poter arrivare in piazza, ma solamente attendemmo a riempire e acconciare certi cattivi passi; nondimeno nella ritirata ci strinsero fortemente, benché tornasse piú tosto in danno loro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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