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      Dell'assalto dato a' paesani di là dal fiume alla sproveduta, e come si arrenderono con tutti gli altri del paese.
     
      Per una cedola che la Maestà Vostra fece spedir ad instanza di Giovan di Riviera per quello si appartenea all'adelantado Francesco de Garai, pare ch'ella sia stata informata come io ero per andar o mandar al fiume di Panuco a pacificarlo, però che si diceva esser buon porto in quel fiume, e perché quivi avevano ammazzati di molti Spagnuoli, sí di quelli di un capitano che vi mandò Francesco de Garai, come di un'altra nave che per tempesta diede in quel lito, non ne lasciando vivo pur uno; e perché i nativi di là eran venuti ad iscusarsi meco di tali uccisioni, dicendomi averle fatte per aver saputo che coloro non erano delli miei e per esser stati mal trattati da loro, e che, volendo io mandar là de' miei, essi gli stimerebbono molto e servirebbongli in quel che potessero, e mi arebbono grado che io ve gli mandasse, peroché temevano non ritornassero contra di loro quelli co' quali avean combattuto per vendicarsi; e perché anco vi erano de' convicini nemici loro che li danneggiavano, onde ei si aiuterebbono con gli Spagnuoli ch'io dessi loro. Ma per mancarmi la gente quando ei mi domandaron questo, non potei compiacernegli, ma ben promise di contentarli quanto prima io potesse, laonde si partirono satisfatti, restando offerti vassalli di Vostra Maestà. Dieci o dodeci luoghi abitati delli piú propinqui a' confini de' sudditi di questa città ritornorno da me pochi dí dapoi, instandomi molto che, poiché io mandavo gli Spagnuoli ad abitar in molte parti, ne mandasse ancora ad abitar quivi con esso loro, perché ei ricevevano gran danno da que' suoi nemici e da quelli del medesimo fiume abitanti al lito del mare, che, se ben era tutta una nazione, perché essi eran venuti da me, gli era fatto da quelli mal trattamento.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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