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      Vi rimasono in tutto ad abitare trenta cavalli e cento fanti, a' quali lasciai una barca con un naviliotto mandatomi dalla Vera Croce. Mi mandava pur dalla Vera Croce un famigliar mio che vi sta un navilio carico di munizioni di carne e pane e vino e olio e aceto, con altre cose, il qual si perdette: e di quello si salvarono tre uomini in una isoletta nel mare, cinque leghe lontana da terra, i quali mandai a levar con una barca, e trovarongli vivi, sendosi mantenuti di vecchi marini, essendone in quell'isola molti, e di frutti che dicono esser come fichi.
      Io certifico la Maestà Vostra ch'io solo in questa andata spesi piú di trentamila ducati d'oro, sí come, sendo cosí servita, potrà far vedere ne' miei conti; né manco costò a coloro che vennono meco in cavalli, munizioni e arme e ferramenti, perché la pesavano egualmente con l'oro overo a doppio peso con l'argento. Imperò, conosciuto ch'ella era tanto ben servita di quel viaggio, ancor che si fusse occorsa maggior spesa, l'avressimo fatta molto volentieri; perché, oltre al metter quegli Indi sotto 'l suo giogo imperiale, tal nostra andata fece gran frutto, perché, arrivato subito là un navilio con gente e robbe assai, diede in terra per non poter far di manco, e, se la regione non stava in pace, non ne saria scampato niuno, come di quei dell'altro che prima aveano morti, de' quali ritrovammo le pelli de' loro visi posti ne' loro oratorii, acconcie sí fattamente che se ne riconobbero molti. Quando ancor arrivò in essa regione l'adelantado Francesco di Garai, sí come io narrerò piú avanti, non sarebbe restato vivo uomo delli suoi se non la trovavano in pace, perché, forzati dal tempo, capitorno trenta leghe di sotto dal fiume di Panuco, con perdita di qualche navilio, e si misero in terra molto malandati; ma trovorno la gente pacificata, che li portava in collo servendogli per insin che li posorno nell'abitato dagli Spagnuoli, che ancor senza aver guerra sariano morti: tanto bene si causò loro dall'aver pace in tal parte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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