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      E per piú accertarmi del sospetto avuto della sua lega con l'almiraglio e con Diego Velasco, arrivò pochi giorni dopo a quel fiume una caravella dell'isola di Cuba, nella qual venivano degli amici e famigliari di Diego Velasco e un servitor del vescovo di Burgos, qual dicesi che veniva fattore di Iucatan; il resto della compagnia era di servitori e parenti di Diego Velasco e servitori dell'almiraglio. La qual nuova intesa, cosí debole com'io ero d'un braccio per una caduta da cavallo, e nel letto, mi risolvei d'andarlo a trovare per schivar quell'alterazione, e, mandato innanzi Pietro d'Alvarado con tutta la gente ch'egli tenea in punto pel suo viaggio, ero per partirmi fra due giorni. Ed essendo già incaminato il mio carriaggio e letto, lontani dieci leghe da questa città, dove il giorno dapoi mi dovea trovare a dormire, arrivò un messo dalla terra della Veracroce in su la mezzanotte, con lettere d'un navilio arrivato di Spagna, e con esso una cedola sottoscritta del nome reale della Maestà Vostra, per la qual comandava all'adelantado Francesco di Garai ch'ei non s'impacciasse in quel fiume, né in parte alcuna ch'io avessi fatto abitare, perch'ella era sicura ch'io la tenesse a suo nome reale: ond'io gliene bacio centomila volte i piedi. Io cessai d'andare per questa cedola, né mi fu di poco utile alla sanità, per essere stato sessanta giorni senza dormire e molto travagliato, tal che, se mi partivo allora, non ci era sicurezza della mia vita: il che tutto non curavo, eleggendo per il meglio di morire in questa giornata che, per conservarmi vivo, esser cagione di molti scandoli e movimenti e altre morti che si vedevano ben chiare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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