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      E poiché tanto s'era innovato da loro, accioché si potesse star sicuro che fra la gente d'una parte e l'altra non venisse scandolo né danno, li domandava in grazia ch'ei non avesse per male di far consegnar l'arme e cavalli della gente che aveva seco, per insin che si mettesse ordine al tutto. Iscusavasi Gonsalvo dal Valle che cosí non era in fatti come quello era stato informato, ma che con tutto questo li piaceva fare quanto egli era pregato. Cosí stettero quelli e questi insieme mangiando e godendo, sí li capitani come tutta la gente, senza essere fra loro disparere né rissa. Il che tosto che seppe il capo maggior di giustizia, ordinò che un mio segretario qual gli andava appresso, nominato Francesco d'Ordugna, andasse là dove erano ambidue quei capitani, con commissione di far restituir a chi l'aveva consegnate l'arme e cavalli, facendogli intendere ch'io avevo animo di prestar lor ogni aiuto e favore dovunque n'avessero bisogno, mentre non disordinassero in metterci scandalo nel paese, comandando medesimamente all'Alvarado a favoreggiarli e a non interporsi in niuna lor cosa, né farli sdegnare: il che egli adempí.
     
     
      Come, ritrovandosi le navi di Francesco di Garai sopra la foce del fiume Panuco, il luogotenente di San Stefano richiese i capitani e padroni che venissero in porto e, avendo provvisioni dalla cesarea Maestà, le mostrassero. Quello che gli risposero i padroni, e che poi li mandorono a dir di secreto; come il luogotenente andò là. De' commandamenti che fecero l'una e l'altra parte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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