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      In quest'ora ho ricevuto lettere dal medesimo capitano e d'altri che sono con lui, con aviso che ormai, a Dio grazia, tutta la provincia è pacifica e sicura e i provinciali servono bene, e credo che 'l disturbo della rissa passata farà pace per tutto l'anno.
      Creda la Maestà Vostra che queste nazioni sono tanto sollevabili, che qualsivoglia novità o apparato di sollevazione che veggano le commuove, però che di già era loro in consuetudine il ribellarsi e sollevarsi contra i lor signori, né vederanno mai occasioni a questo che non la piglino.
     
     
      Come il Cortese, comprati cinque navilii e un brigantino e fatto quattrocento uomini, li mandò al capo over promontorio d'Hibuere, e con che ordine e per che cagione, e ducati ottomila all'isola della Cuba. Le provisioni ed espedizioni fatte per scoprir nuovi paesi e varie nazioni.
     
      Io dissi ne' precedenti capitoli come, al tempo che io ebbi nuova dell'arrivo dell'adelantado Francesco de Garai a quel fiume di Panuco, io avevo in esser armata o gente da mandar al capo o promontorio de Hibuere, e le cause che mi muovevano a questo; da che si soprasedé per tal arrivo, credendo che esso adelantado d'autorità propria si volesse metter a possedere il paese, e che volendo io resistere, s'egli l'avesse fatto, mi fu necessario tener tutta la gente. Dopo finita quella spedizione con lui, se ben mi seguiva spesa grande nel soldo de' marinari e fornimenti per navilii e nella gente che vi dovea navigare, parendomi che di questo Vostra Maestà ne fusse molto ben servita, perseverai nel mio primo proposito e comperai altri navilii, oltre a quelli che io avevo, che furono cinque piú grossi e un brigantino, e feci quattrocento uomini; i quali forniti d'arteglieria, monizioni e arme e d'altre robbe e vettovaglie, oltre a quello di che furono proveduti in questo luogo, io mandai a due miei famigliari piú d'ottomila ducati di oro all'isola di Cuba, accioché si comperassero cavalli e robbe, sí da portar in questo primo viaggio, come perché tenessero in punto da caricar i navilii alla tornata, accioché non restassero di far l'effetto a che io li mandavo per mancamento di cosa alcuna, e accioché in sul principio per mancamento di robbe non faticassino gli uomini del paese, ma piú tosto gli dessino essi di quel che portavano che togliessino il loro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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