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      Fatta questa fortezza, parendomi che oramai io potevo adempir sicuramente il mio desiderio di tirar popolo a questa città, io ci venni con tutta la mia compagnia, e si divisero i suoli per le case fra gli abitatori: nella qual divisione io diedi un suolo per uno a tutti coloro che furono de' conquistatori, in nome di Vostra Altezza, per la fatica passata, oltre a quello che s'ha da dar loro come ad abitatori che hanno ad essere secondo l'ordine di qua. Insino a qui si sono studiati tanto in far le case degli abitatori, che ce n'è gran quantità di fatte, e altre si trovano oramai a buon principio. E per esservi copia di pietra, calcina e legnami e d'assai mattoni, che costoro del paese fanno, essi fanno da tutti cosí buone e grandi case che la Maestà Vostra può credere che, di qua a cinque anni, questa sarà la piú nobile e popolata città e di migliori edificii che alcun'altra sia, dovunque s'abita il mondo. L'abitato da noi Spagnuoli è diviso da quel de' terrazzani, dividendoci un braccio d'acqua, benché tutte le strade che attraversano l'abitato hanno ponti di legname, per li quali si pratica dall'una parte all'altra. Fannosi due mercati da' terrazzani: l'uno è nel lor abitato, l'altro in quel degli Spagnuoli. In questi si portano d'ogni guisa vettovaglie e robbe che si trovino in paese, dal qual tutto si concorre a vender qua, né qui manca cosa alcuna che ci soleva essere in tempo di prosperità. Vero è che di gioie, d'oro, d'argento, né di piume, né d'altra cosa di gran prezzo non ce ne sono come ci solevano essere, con tutto che si scoprino qualche pezzo fatto d'oro e d'argento, ma piccioli e non come prima.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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