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      Piaccia a nostro Signor Iddio di darmi vittoria contra questi infedeli, accioché io li conduca al suo servizio e di sua Maestà.
      Non averei voluto mandarvi questa relazione cosí spezzata, ma tutto continuamente descritto dal principio sin al fine, perché averei avuto assai piú che dire. La gente spagnuola ch'è in mia compagnia, sí a piedi come a cavallo, s'è portata sí bene in la guerra, la quale se gli è presentata, che tutti sono meritevoli di gran beneficii. Ora non mi resta a dire altro che importi, se non che ci troviamo in paese di gente la piú robusta che fusse mai veduta, e accioché nostro Signor Iddio ci dia vittoria, supplico V.S. che faccia far processioni per la città da preti e frati, pregando la nostra Donna che ci aiuti, poiché siamo tanto fuori d'ogni speranza d'aver soccorso, se non viene per sua intercessione. V.S. parimente faccia sapere a sua Maestà come la serviamo con le persone e con le facultà a nostre spese, e far questo prima per scaricare la conscienzia di V.S., e poi accioché sua Maestà ci premii come è convenevole. Nostro Signore conservi lo stato magnifico di Vostra Signoria lungo tempo, come quella desidera.
      Di Vilatan, agli undeci d'aprile.
     
      Perché lungo è quel viaggio ch'ho da fare, penso che mi mancherà li ferri da cavalli: se Vostra Signoria potrà provedermi di quelli per la primavera futura, sarà molto bene e utile a sua Maestà, perché ora vale tra noi piú di cento e novanta ducati larghi la dozena, e cosí li paghiamo ad oro. Bacio la mano a Vostra Signoria.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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