Pagina (426/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ed essendo passato mezzodí e quasi ora di vespro, avevamo già fatto due gran bocche, per le quali entrando ci stringemmo di maniera con loro che combattevamo a faccia a faccia con essi, e loro come fecero da principio stavano fermi, sí che i balestrieri senza torgli di mira appresentavano le balestre ai lor petti, e scaricandole spesso gli atterravano. Durante questo conflitto sopravenne una grandissima pioggia, con nugole tanto scure che non vedevamo l'un l'altro, sí che fu forza ritirarsi dal bastione alle case: e durò la pioggia ben tre ore. E sparita che fu la nugola tornammo alla battaglia, ma ci trovammo scherniti, perché, quanto si comprese, quando si viddero stringere la notte passata e quel giorno, ad altro non avevano atteso che a levar le robbe con le donne e fuggirsi: perciò poiché fummo ascesi sul bastione non vi trovammo persona, ma, perché si credesse che vi fussero, lasciarono le lancie appoggiate al bastione ritte e in modo che si vedevano di fuori. Noi entrammo avanti nella terra, ma vi si andava con gran fatica, perché ad ogni cinque o sei case vi era un forte, e i torrenti tanto grandi, perché era piovuto, che non potevamo andar avanti senza cader spesso. I nostri Indiani seguirono i nemici sin a basso, e presero donne, fanciulli e alcuni uomini. Medesimamente aveano appoggiato le lancie alle case, per dare ad intendere che fussero dentro. Stemmo qua il giorno e quella notte, dove trovammo robba assai da mangiare: e ben ne avevamo bisogno, perché i due giorni passati non avevamo mangiato, non ne avendo per noi né per li cavalli; ma non vi trovammo altra cosa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Indiani