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      E viene il sacrificatore, che non è il minor ufficio fra loro, e con un rasoio di pietra che taglia come se fosse di ferro, però assai grande, come un gran coltello, e in tanto quanto uno si farebbe segno di croce gli dà con esso nel petto e glielo apre, e gli cava il cuore cosí caldo e bollente: il quale piglia incontanente il sommo pontefice, e con il sangue d'esso unge la bocca del loro idolo principale, e subito getta di quel sangue verso il sole o alcuna stella (se è di notte), e dopo ungano la bocca agli altri idoli di pietra e di legno che essi hanno, e la cornice della porta della cappella dove sta l'idolo principale. Dipoi abbrucciano il cuore, riserbando la polvere d'esso per gran reliquia, e similmente abbrucciano il corpo del sacrificato, e la polvere d'esso conservano in un altro vaso separato da quel del cuore. Altre volte gli sacrificano per punti e ore, e arrostiscono il cuore, e l'ossa delle gambe o braccia, involti in molte carte, le conservano per una gran reliquia. E cosí in ciascuna provincia hanno gli abitatori il loro particolar modo e cerimonie di idolatria e sacrificio, perché in altri luoghi adorano il sole, in altri la luna e in altri le stelle, in altri i serpi e in altri i leoni o altri simili feroci animali, delle quali cose tengono le imagine e statue nelle loro meschite; e in altre provincie, e particolarmente in quella di Panuco, adorano il membro che portano gli uomini fra le gambe, e lo tengono nella meschita e posto similmente sopra la piazza, insieme con le imagini di rilievo di tutti i modi di piaceri che possono essere fra l'uomo e la donna, e gli hanno di ritratto con le gambe alzate in diversi modi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Panuco