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      La gente di questa città e del suo territorio è molto abile per tutte le cose, e i piú ingegnosi e industriosi di quanti sono al mondo. Sono fra essi maestri in ciascuna sorte d'esercizio, e per far una cosa non hanno bisogno d'altro che di vederla una volta fare ad altri. Ed è gente che stima meno le donne di quante nazioni sono al mondo, perché non gli comunicherebbe mai i fatti loro, ancora che conoscesse che il farlo gli potesse metter conto. Hanno molte mogli, come i mori, però una è la principale e patrona, e i figliuoli che hanno di questa ereditano quel che hanno.
     
     
      Dei matrimonii.
     
      Tengono molte moglie e tante quante ne possono mantenere, come i mori, però, come si è detto, una è la principale e patrona, e i figliuoli di questa ereditano e que' dell'altre no, che non possono, anzi son tenuti per bastardi. Nelle nozze di questa patrona principale fanno alcune cerimonie, il che non si osserva nelle nozze dell'altre. Hanno un costume gli uomini di pisciare stando accosciati come le nostre donne, e le donne stanno in piedi.
     
     
      Del sepellire.
     
      Facevano una fossa murata di calcina e pietra sotto la terra, e quivi poneano il morto assiso sopra una sedia, e gli poneano appresso la sua spada e rotella, e con esso mettevano certe gioie d'oro: e io aiutai a cavar d'una sepoltura tremila castigliani, poco piú o meno. Gli mettevano quivi cose da mangiare e da bere per certi giorni, e se era femina gli mettevano appresso la roca e il fuso e tutti i suoi instrumenti da lavorare, dicendo che là dove andava aveva da attendere a fare qualche cosa, e che quel che gli ponevano da mangiare era per sostentarsi nel camino.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486