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      Al commissario pareva tutto il contrario, dicendo che non era da imbarcarsi, ma che andando sempre per terra costeggiando si cercasse il porto, poiché i pilotti dicevano che la via di Panuco non poteva esser lungi piú di dieci o 15 leghe, e che non era possibile che andando sempre alla costa non lo trovassimo, perché dicevano ch'era dodeci leghe dentro terra, e che i primi che lo trovassero aspettassero finché arrivassero gli altri; e che l'imbarcarsi era un tentare Iddio, poiché dal dí che ci eravamo imbarcati in Castiglia avevamo passate tante fortune, tanti travagli, e perduta tanta gente e navilii: onde si dovea andar lungo la costa fino che si trovasse il porto, e che i navilii con l'altra gente anderia per l'istessa via, finché arrivasse al medesimo porto. A tutti gli altri che quivi erano parve che fussi bene che cosí si facesse, eccetto che allo scrivano, il qual disse che, avanti che abbandonasse i navilii, gli doveva lasciare in porto conosciuto e sicuro e in paese popolato, e che, fatto ciò, si poteva poi entrar per terra e far tutto quello che gli paresse. Il governatore volle seguire il parer di se stesso e di quegli altri che l'aveano consigliato prima. Io, veduta questa sua determinazione, lo richiesi da parte della Maestà Vostra che non si dovessero lasciare i navilii finché non fossero in porto e sicuri, e cosí richiesi lo scrivano che ne facesse testimonio. Il governatore mi rispose che, poiché egli seguiva il parer di piú altri ufficiali e del commissario, io non ero parte sofficiente a farli questa richiesta, e domandò allo scrivano che facesse testimonianza come, non essendo in quel villaggio sostentamento da potervi abitare, né porto per li navilii, egli levava quel popolo che vi era e andavasene in cerca di porto e di paese migliore di quello: e cosí mandò subito a far intendere a quei che dovevano andar seco che si provedessero di tutto quello che giornalmente loro bisognasse.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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