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      A' XXII di settembre si finirono di mangiare i cavalli, che solamente uno ce ne rimase, e in quel giorno ci imbarcammo con questo ordine: nella barca del governatore andavano quarantanove uomini, e nell'altra ch'egli diede al contatore e al commissario andavano altrettanti; la terza diede al capitan Alonso del Castiglio e Andrea Durante con quarantaotto uomini, e altra ne diede a due altri capitani, che si chiamavano l'uno Telles e l'altro Pignalosa, con quarantasette uomini; l'altra al veditore e a me con quarantanove uomini. E dipoi che furono imbarcati le vettovaglie e gli arnesi e cose nostre, alla barca non avanzava piú d'una quarta sopra l'acqua, e oltre a ciò andammo tanto stretti che non ci potevamo menare né rivoltare per la barca: e tanto potette la necessità, che ci fece arrischiare ad andare in questa guisa e mettersi in un mare cosí pericoloso, senza che niuno di noi sapesse l'arte del navigare.
      Quella spiaggia onde partimmo ha per nome la spiaggia de' Cavalli, e andammo sette giorni per que' golfi con l'acqua fino alla cintura, senza vedere alcun segnale di costa, e al fine di quei sette giorni arrivammo ad un'isola che sta vicina alla terra. La barca mia andava davanti, e vedemmo venir cinque canoe d'Indiani, i quali le sgombrarono tutte e le lasciarono nelle nostre mani, vedendo che noi andavamo verso loro. L'altre barche nostre passarono avanti e diedero in alcune case dell'isola medesima, ove trovarono molte lize e ova loro, che erano secche, e ci fu molto rimedio per la necessità in che noi stavamo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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