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      Noi che eravamo rimasi vivi eravamo tutti nudi, con aver perduto quanto avevamo, che, quantunque fosse poco, nondimeno a noi per allora era molto; ed essendo allora il novembre e il freddo molto grande, e noi tali che agevolmente ci potevano contar tutte l'ossa, parevamo divenuti propria figura della morte. Di me io so dire che dal mese di maggio passato io non avevo mangiato altra cosa che brustolato; alcune volte fui in tanta necessità che lo mangiavo crudo; percioché, quantunque s'ammazzassero i cavalli mentre si facevano le barche, io non ne potei mangiar mai, e non furono dieci le volte ch'io mangiassi pesce. Questo dico perché ciascuno possi considerare come noi potessimo stare in quel punto, e sopra tutto quel giorno aveva soffiato una tramontana, che stavamo piú vicini alla morte che alla vita. Piacque a Dio che, cercando noi i tizzoni del fuoco che quivi avevamo fatto avanti che c'imbarcassimo, vi trovammo lume, e cosí facendo grandi fuochi ci stavamo, chiedendo a nostro Signore misericordia e perdono de' nostri peccati, con molte lagrime, avendo ciascuno di noi dolore non solamente di se medesimo, ma di tutti gli altri che si vedeva nel medesimo stato.
      Al tramontar del sole gli Indi, credendo che noi non ci fussimo partiti altrimenti, ci vennero a ritrovare e portaronci da mangiare, ma quando ci videro cosí, in abito tanto differente dal primo e in cosí strana maniera, si spaventarono tanto che si rivolsero indietro. Io andai verso loro e li chiamai, e mi videro con molto spavento; feci loro intendere per segni come ci si era affondata la barca e affogati tre uomini, e quivi essi medesimi videro due morti, e gli altri che eravamo rimasi già andavamo a quel cammino della morte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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