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      E cosí in questa guisa fanno tre o quattro volte per ogni macinatura, e quei che si trovano a questo banchetto, che per essi è molto grande, rimangono con la pancia molto enfiata per la terra e acqua che beono. E di questo ci fecero gli Indi molta gran festa, e fecero tra loro molti balli e feste fintanto che quivi stemmo, e quando la notte noi dormivamo, alla porta della capanna dove stavamo vegghiavano sei uomini con molta cura, non lasciando entrar da noi alcuno finché il sol fusse uscito. E quando ci volemmo partir da loro, arrivarono quivi alcune donne d'altri che vivevano piú avanti, e informati da loro dove stavano quelle case, ci partimmo verso quella parte, ancorché coloro molto ci pregassero che per quel giorno non ci partissemo, perché quelle case stavano molto lunge di quivi e non vi era cammino per andarvi, e che quelle donne erano venute stanche, ma riposandosi fino all'altro giorno verrebbono poi con noi e ci guiderebbono. Ma noi ce ne spedimmo e andammo via, e indi a poco quelle donne che erano venute quivi, con alcune altre di quei primi, se ne vennero dietro a noi; ma, non vi essendo strada battuta né sentiero, subito ci perdemmo, e cosí andammo quattro leghe, in fin delle quali arrivammo a bere ad un'acqua dove trovammo le donne che ci aveano seguito, e ci dissero il travaglio che aveano passato per ritrovarci.
      Quindi partiti e menando quelle donne per guida, passammo un fiume in sul tardi, e l'acqua ci dava insino al petto, e poteva esser largo come quel di Siviglia e correva molto forte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Siviglia