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      Quivi arrivò Castiglio ed Estevanicco, e doppo l'aver parlato con quegli Indi, in capo di tre giorni tornò Castiglio dove ci aveva lasciati, e menò cinque o sei di quegli Indi, e disse come avea trovate case di gente e di fabrica, e che quella gente mangiava frigioli e zucche, e vi avea veduto maiz: questa fu la cosa che piú d'altra del mondo ci rallegrò, e ne rendemmo infinite grazie a nostro Signore Iddio. E disse che il negro verria con tutta la gente di quelle case ad aspettarci nel cammino quivi vicino, e per questo noi ci partimmo, e andati una lega e mezza incontrammo il negro e la gente che veniva a riceverne, e ci diedero frigioli e molte zucche per mangiare e per portar acqua, e mante di vacca e altre cose. E perché questi erano nemici e non si intendeano, noi ci partimmo dai primi, dando loro tutto quello che costoro ci avevano dato, e andammo con questi altri; e indi a sei leghe, che già si facea notte, arrivammo alle case loro, ma ne aveano fatte dell'altre per noi. Quivi stemmo un giorno e il seguente ci partimmo, menandoli con noi ad altre case fabricate, dove mangiavamo quello medesimo che loro mangiavano.
      E dapoi per il tempo avenir era un altro uso, che quelli che sapevano della nostra venuta non ne uscivano all'incontro alle strade come faceano gli altri, ma gli trovavamo nelle case loro, e ne tenevano fatte altre per noi: e stavano tutti assisi, e tutti teneano volto il viso verso la parete, con le teste basse e coi capelli davanti agli occhi, e tutta la robba loro ammontonata in mezzo alla casa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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