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      E di qui avanti cominciarono a darci molte mante di cuoio, e non aveano cosa che non ci dessero. È gente di miglior corpo di quante ne vedemmo, e di maggior vivacità e agevolezza, e che meglio ci intendeano e rispondeano a tutto quello di che gli domandavamo; e gli chiamammo quei delle vacche, perché la maggior parte delle vacche che muoiono in quei paesi è quivi vicino, e per quel fiume in suso piú di cinquanta leghe ne vanno ammazzando molte. Questa gente vanno tutti nudi nel modo de' primi che trovammo; le donne vanno coperte con alcuni cuoi di cervi, e cosí alcuni pochi uomini, e particolarmente i vecchi, che non servono per la guerra. È paese molto popoloso. E dimandatili perché non seminavano maiz, dissono che lo faceano per non perdere quello che seminassero, perché duoi anni adietro eran lor mancate l'acque ed erano state le stagioni tanto secche che tutti aveano perduto tutto il maiz che aveano seminato, e che non si assicureriano per alcuna guisa a seminare se prima non avesse piovuto molto: e ci pregarono che noi dicessimo al cielo che piovesse e ne lo pregassimo, e cosí promettemmo di farlo. Volemmo similmente sapere onde avessero trovato quel maiz che aveano, e ci dissero che l'aveano avuto da donde il sole si colca, dove n'era per tutto il paese, ma il piú vicino era per quel cammino. Dimandammoli per qual via noi andremmo bene a quella volta, perché noi volevamo andarvi, e che ci informassero del viaggio: e ci dissero che il cammino era per quel fiume in suso verso tramontana, e che per diciassette giornate non troveremmo alcuna cosa da mangiare, fuor che certi frutti d'alcuni arbori che chiamano sciacan, e nascono tra le pietre, e ancor doppo fatta tal diligenza non si poteva mangiare, cosí era aspra e secca.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486