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      È gente ben condizionata e acconcia a seguir qualsivoglia cosa buona.
      Nel popolo che ci diedero gli smeraldi, diedero a Dorante piú di seicento cuori di cervo aperti, de' quali essi tengono sempre grande abondanza per sostegno loro, e per questo li chiamammo il popolo de' cuori. Per questo paese s'entra a molte provincie che stanno al mare del Sur, e se quei che vi vogliono andare non entrano di qua si perdono, perché la costa non ha maiz, e mangiano polvere di biete e di paglia, e di pesce che pigliano in mare con zattere, perché non hanno canoe né barca alcuna. Le donne cuoprono le parti loro vergognose con erbe e paglia; è gente molta dappoca e trista. Crediamo che vicino alla costa, per la via di quei popoli che noi menammo, sieno piú di mille leghe di paese popolato, e hanno molto da vivere, perché seminano tre volte l'anno fasuoli e maiz. Vi sono tre sorti di cervi, l'una grande come manzi molto grandi di Castiglia. Di tutta la gente le case da stanziare sono capanne. Hanno veneno, e questo è d'una sorte d'arbori della grandezza di pomari, e non bisogna se non cogliere il frutto e ungere la frezza con esso, e se non ha frutti, ne rompono un ramo e con certo latte che ha fanno il medesimo. Vi sono molti di questi arbori, che sono tanto venenosi che, se le foglie loro si pestano in qualche acqua raccolta e non corrente, tutti i cervi e qualsivoglia altro animale che ne beva subito crepano. Con questo popolo stemmo tre dí, e indi ad un'altra giornata ne era un altro, dove ci piovero tante acque che, per esser molto cresciuto un fiume che vi era, noi non lo potemmo passare e ci intrattenemmo quivi quindeci giorni.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Dorante Sur Castiglia