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      Fra questo mezzo furono fatte alcune zattere di canne, nelle quali passarono venti uomini da cavallo e quaranta pedoni insieme col riveditore, ai quali providdero quei del paese abondantemente di vettovaglia, il medesimo facendo a me ancora. Non consentii che alloggiassero nella terra, perché non facessero loro qualche danno, essendo grande e molto abitata e bella da vedere. Seppi quella notte che nel fiume vi era un guado lunge tre leghe da quel luogo, e determinai d'andarvi con tutta la gente, onde feci intendere ai miei che erano passati che, senza entrare nella terra, se n'andassero lungo il fiume a basso per averci ad incontrare nel guado, e posti in cammino trovammo che per tutte quelle tre leghe di qua e di là dal fiume erano luoghi abitati, e pieni di molti alberi abondanti di frutti di quel paese.
      Prima che io arrivasse al passo, mandai il capitano Ognate e il mastro di campo per vedere se con effetto c'erano, e ve lo trovarono, ancora che cattivo e petroso, e viddero dall'altra parte un buon luogo e qualche dugento Indiani con i loro archi e frezze, che gli dissero che passassero: il che fecero essi senza che mai fusse loro tirato, anzi s'appartarono da loro e se ne fuggirono. E io in tanto giunsi e passai il guado con tutta la gente, e me n'andai ad incontrarmi con il riveditore, che ancora non era arrivato, e lo trovai a mezza lega lontano, che menava alcuni Indiani uomini e donne che aveva presi; i quali tutti con uno interprete che era con esso loro rimandai alle case loro, e a trovare il signore e dirgli che non dovesse aver paura alcuna, ma che venisse a vedermi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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