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      La smontammo a piedi e facemmo l'alloggiamento alla metà d'essa, e il giorno che venne poi giungemmo al fiume, con gran pericolo e fatica delle nostre persone e cavalli. E passato il fiume pervenimmo ad un luogo disabitato chiamato Atlan, che è vicino alle terre, e tornai a ripigliar il cammino, acciò tutti non fussimo alla ventura per il mal sentiero che aveva pigliato il riveditore; dove aspettai le bagaglie e il bestiame che conducevo con meco per uso del campo, del qual se ne perdé qualche parte, e il resto tardò a raggiungerci tre giorni per il passaggio aspro del monte, che era due leghe di tratto. E per questi monti e luoghi disabitati si patí qualche poco di fame. Quivi fermati tre dí, e doppo l'aver piantata una croce in un monticello posto sopra un fiume, mi parti' e giunsi ad una terra disabitata, e il dí che venne poi pervenni ad un luogo chiamato Guaxaca, che era in arme, dove, per esser poca cosa e star gl'Indiani alle montagne, non volsi fermarmi ad Ispano. E tutti questi tre giorni per molto perversi cammini di montagne me ne venni ad uno altro luogo, dove gli abitatori mi vennero incontro in atto di pace, e mi dierono molta vettovaglia. L'altro dí che venne poi giunsi a Guatatlan, passato per Cinagitlan e Nespa, che sono di due caciqui o signori, ciascuno però da per sé, in una valle molto abitata e che avea molta vettovaglia.
      Da Guatatlan, dove io stetti quattro giorni, e vi lasciai piantata una croce sopra un colle, giunsi a Tetitlan, accompagnato da tutti i caciqui di quelle terre: e la gente d'esse era fuggita quasi tutta alle montagne.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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