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      In questo paese che trovammo alli ventisei sempre vedemmo, come ho detto, per la costa e dentro in terra pianure belle e senza albore alcuno, e nel mezzo d'esse si faceva uno lagume o una raccolta d'acqua del mare, che al parer nostro poteva essere meglio di dodeci leghe di grandezza, e andava a marina verso le montagne che ho detto.
      E questo medesimo giorno vedemmo la nave nostra della Trinità che stava surta due gran leghe lontana da noi, la qual tosto che ci vidde fece vela, e ci riunimmo insieme e facemmoci gran festa. Portavano essi gran quantità di pesce pardos e d'un'altra sorte, perché alla punta di quelle montagne avevano trovato una peschiera che era cosa maravigliosa, percioché si lassavano pigliare a mano, e i pesci erano sí grandi che ciascuno aveva che fare di trovar luogo dove mettere il suo; avevano parimente trovato in quella punta un fonte d'acqua dolce, che discendeva da quelle montagne, e ci dissero che nel medesimo luogo avean trovato una calle per dove entrava il mare in quel lagume. Ci rallegraron molto col raccontarci queste cose e con dirci che la terra riusciva al ponente, perché pensava il pilotto maggiore, e l'altro pilotto era del medesimo parere, cioè che si saria trovato buon paese, quantunque altri fossero di contraria opinione, che per quella costa non si avea da ritrovare cosa buona fino alla China, ma sempre in questo modo paese poco abitato e da Chichimechi: e questo giudicio si faceva perché quivi trovammo sí gran freddo che non ci potevamo durare, con una tramontana che vi soffiava che ci seccava la faccia, il naso e tutte le membra, che non ci giovava di coprirci né con saii né con pelle, calze e scarpe, che tuttavia tremavamo di freddo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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