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      Cominciammo dal giorno di Natale a navigare a poco a poco con certi venticelli di terra, e cominciammo fra notte e giorno fare fino a sette, overo otto leghe, che non ci parve d'aver fatto poco, pregando sempre Iddio che ci confermasse quella grazia e lodando il suo santo Natale: e tutti i giorni di quella pasqua ci dissero messa i frati nella capitana, e ci predicò il padre frate Raimondo che ci diede non picciola consolazione con lo inanimarci al servizio d'Iddio. Venimmo a surgere il sabbato al tardi, che fummo alli ventisette del detto mese, presso una ponta che per la costa si vedeva essere tutta terra piana e per di dentro montagne alte con alcune selve, le quali con le montagne andavano traversando la terra e per il lungo continuavano per monticelli acuti in cima, e trovasi alcune vallette fra quelle montagne: paesi che in vero a me pareva che, guardato con buoni occhi, secondo la lunghezza e larghezza che mostrava, non poteva esser se non buono, e che vi fussero gran cose, cosí d'abitazioni d'Indiani come d'oro e d'argento, percioché mostrava al sembiante che ve ne fusse. Questa notte vedemmo un fuoco ben dentro in terra verso quelle montagne, che ci faceva credere che fusse il paese tutto abitato. L'altro giorno, che fu domenica e il dí degli Innocenti, a' ventiotto del detto mese, nel far del giorno ci levammo e camminammo fino alle nove e le dieci ore tre o quattro leghe, e ci si mostrò una punta che usciva verso ponente, che ci dette qualche allegrezza per parerci sito ameno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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