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      In questo paese ci pareva che fusse l'inverno e il piover naturale di quel di Castiglia. Ce ne stemmo la notte surti lungi due o tre leghe da terra, e su verso la sera vedemmo cinque o sei fuochi, di che ci rallegrammo tutti, né ce ne maravigliammo, percioché il sito di quel paese dimostrava esser abitabile, per essere ameno, dilettoso e tutto verdeggiante, e parimente perché l'isola che ci avevamo lasciata adietro, di venti leghe di grandezza in circuito, come si è detto, dava segno che fusse ben popolata. Venuto il giorno del mercoledí, noi ci trovammo a largo alla terra per il mare altre tre o quattro leghe, e ricominciammo a vedere altri duoi fuochi, e perciò ci certificammo dover essere il paese molto ben popolato, e che per lo innanzi avevamo sempre trovatolo piú domestico. E 50 leghe adietro vedemmo sempre andar per mare alcune zattere d'erba, di grandezza d'una nave e dua per larghezza, rotonde, piene di zucche, e di sotto di queste erbe v'erano molti pesci, e sopra d'alcune molti uccelli come coccali bianchi: crediamo che queste zattere naschino di qualche scoglio o roca posta sotto acqua. Ci trovammo in 30 gradi d'altezza.
      Dai sette di gennaio camminammo fino alli nove sempre con venti contrarii, e il venerdí sul mezzogiorno si levò una tramontana e greco che ci convenne ritornare al riparo a quella isola che avevamo lasciata adietro, della quale eravamo lontani meglio di venti leghe: e quella sera del venerdí al tardi ne camminammo piú di dodeci, e per esser notte ci riparammo a quel traverso del mare, dove ricevemmo non poca pena noi e le navi, che in tutta notte niuno uomo dormí mai, ma tutti stemmo vigilanti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Castiglia