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      La mattina seguente, che fu il sabbato, a buon'ora ci mettemmo in viaggio e pigliammo la detta isola al riparo, surgendo in trenta braccia: e da quella parte dove surgemmo trovammo montagne alte e chiuse con argini d'una terra tutta cenere e arsa, e in altri luoghi arsiccia e nera come 'l carbone e come schiuma di ferro, e per altre parte bianchetta e intessuta di colline colorate, di che ci maravigliammo noi fuor di modo, attento che quando noi passammo ci parve terra domestica, piena d'alberi, e ora non se ne mostrava tronco da questa parte. Tutti giudicammo che dall'altra banda verso terra ferma fusser gli alboreti che noi vedemmo, ancora che, come dissi, andavamo lontani da essa 4 o 5 leghe. Ce ne stemmo quivi al riparo di queste montagne il sabbato, la domenica e il lunedí, sempre avendo questo vento di tramontana, cosí gagliardo che credemmo che, se ci avesse colti in mare, ci saremmo annegati.
     
     
      Aggirano e smontano nell'isola dei Cedri per scoprirla e avere acqua e legna; sono dagli Indiani assaltati, e molti di loro con i sassi feriti; al fine restati superiori, vanno alle lor capanne e, scorrendo piú adentro l'isola, ritrovano varie cose abandonate nella lor fuga.
     
      Martedí, che fummo a' 13 di febraio, comandò il capitano che si tirasse fuori i battelli e smontassimo in terra, il che si fece, andandocene per la costa fino a mezza lega buona, ed entrammo per una vallata, che, come ho detto, tutto questo paese era di monti molto alti e pelati della qualità che s'è detto: e in questa e in altre picciole basse trovammo alquanto d'acqua e che avea del salso, e non molto lungi certe capanne d'erba a guisa di scope, e parimente trovando pedate di Indiani piccioli e grandi: onde restammo fortemente maravigliati che in terra cosí aspra e indiavolata, per quel che potea vedersi, fusse gente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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