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      I cani aggiunsero due di loro e gli morderono alquanto, e noi correndo gli pigliammo: ed erano in vista cosí fieri come feroci animali e indomiti, perché erano tre o quattro a tener un di loro per accarezzargli e assicurargli e per voler dargli qualche cosa, ma nulla giovava, perché ci mordeano le mani e s'abbassavano per pigliar delle pietre per darci con esse. Gli conducemmo in questa guisa un pezzo e giungemmo alle abitazioni loro, dove il capitano fece uno editto che non fusse persona che toccasse cosa veruna, comandando a Francesco Preciato che avesse cura che s'osservasse l'ordine suo in non torgli cosa alcuna, ancora che per la verità poco ci fusse, perché le donne e gli Indiani fuggiti l'aveano portate via.
      Quivi ritrovammo un vecchio in una grotta, e di tale vecchiezza che era cosa maravigliosa, che non poteva vedere né camminare, tanto era gobbo e curvato. Il padre frate Raimondo disse che sarebbe stato ben fatto, poiché era cosí vecchio, che l'avessimo fatto cristiano, e cosí facemmo. Il capitano donò agli Indiani prigioni due para d'ornamenti da orecchie e certi diamanti, e accarezzatigli gli lasciò andare a piacer loro: e in questo modo a passo a passo se ne tornarono agli altri in quella montagna. Noi pigliammo l'acqua di quella villa, che era poca, onde comandò il capitano che dovessimo tornarcene alla nave, perché non avevamo mangiato ancora, e dopo il mangiare facemmo vela verso un seno che si faceva piú innanzi di quel villaggio, dove si vedeva un vallone molto grande, e quei della Trinità dicevano averci veduta quantità d'acqua e a bastanza per noi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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