Pagina (711/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Con tutto questo parse a' marinari che dovessimo tornare adietro, e che a niun patto ci dovessimo scoprire al mare, percioché correvamo un estremo pericolo, onde pigliammo il consiglio loro, riducendosi quasi al luogo donde ci eravamo partiti; di che sentimmo tutti non poco dolore, per non potere proseguire il nostro viaggio, e cominciammo a patire di molte cose degli apparecchi delle navi.
      Alli otto di marzo, il lunedí, comandò il capitano sul mezzogiorno che ci mettessimo alla vela, perché veniva un poco di vento da ponente, che era quello che piú ci bisognava a seguitare il nostro viaggio, che ci rallegrò tutti, pel gran desiderio che avevamo d'uscir di quel luogo. Cominciammo adunque a camminare e a uscire alla punta dell'isola e a pigliare la via della costa di terra ferma per vedere il sito d'essa, e navigammo fino a notte, e già che uscivamo dall'isola, fra essa e la terra ferma cominciò a soffiar il maestrale, vento contrario, che crebbe a poco a poco tanto che bisognò levare le bonette delle vele per assicurarle amainandole molto: e la Trinità, come vidde il mal tempo, se ne ritornò incontanente al luogo donde eravamo usciti, e la capitana andò aggirando in mare tutta la notte, finché venne il giorno, che, veduto dal pilotto maggiore che a niun patto potevamo andar innanzi senza pericolare, se piú quivi ci fossimo fermati, determinò che noi ci riducessimo di nuovo a quella coperta, dove ce ne stemmo surti fino al giovedí. E il venerdí a mezzodí rimettemmo la vela con vento scarso, e nell'uscire alla punta dell'isola di nuovo ci si scoperse il maestrale, vento contrario, onde correndo tutta notte verso la terra ferma, ci si fece giorno il sabato di Lazaro sopra essa, che fu alli tredeci di marzo, che tutti ci rallegrammo col vederla, e avremmo voluto noi soldati smontarvi volentieri.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Trinità Lazaro