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      Io li mostrai perle che portavo con me per mostra: mi dissero che di quelle ve n'erano molte e molto grosse nell'isole, nientedimeno non ve ne viddi alcuna. Seguitai il mio cammino per un luogo disabitato da 4 giorni, venendo meco gl'Indiani cosí dell'isole come de' monti che lasciavo adietro, e in capo di questo paese disabitato trovai altri Indiani, che si maravigliavano di vedermi, perché niuna notizia tenevano de' cristiani per non esser contrattazion alcuna con quelli da dietro, essendo tanto paese disabitato. Questi mi fecero grandissimo ricevimento e mi dettero molto da mangiare, e procuravano di toccarmi in la vesta, e mi chiamavano hayota, che vuol dire nella sua lingua "uomo dal cielo"; alli quali meglio che potette feci intender l'interprete quanto si contiene nella instruzione del conoscimento del nostro Signor Dio nel cielo e sua Maestà.
      In queste terre e sempre, per tutte le vie e mezzi che potevo, procuravo di saper paese dove fussero molte città e gente di piú civilità e intelletto di quelli che m'incontravano, e non ebbi nuova alcuna, ma mi dissero che dentro fra terra quattro o cinque giornate, dove s'abbassano le falde de' monti, si fa una pianura larga e di gran paese, nella qual mi dissero esser molte grandi abitazioni, dove è gente vestita di cottone. E mostrandoli io alcuni metalli, che portavo per prender instruzione delli metalli della terra, presero il metallo dell'oro e mi dissero che di quello v'erano vasi tra quella gente della pianura, e che portano attaccate alli buchi del naso e all'orecchie certe cose tonde verdi, e che tengono certe palette di quell'oro, con le quali si radono e tirano via il sudore, e che nelli tempii i pareti stanno coperti di quello e che l'usano in tutte le cose di casa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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