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      Doppo questo io gli chiamai che venissero da me, e a tutti quei che venivano io davo qualche cosa da contracambiare, trattandogli amorevolmente, e di già erano tanti quei che mi s'appressavano che mi parea di non stare quivi piú ormai sicuro, e feci lor cenno che si ritirassero e che si mettessino tutti da una parte d'un colle che era quivi, fra una pianura e il fiume, e che non s'appressassero a me piú di dieci alla volta: e incontanente i piú vecchi di loro gli chiamarono in voce alta, dicendo loro che dovessero farlo, e vennero dove ero qualche dieci o dodeci d'essi. Onde, vedutomi quasi sicuro, determinai smontare in terra per piú assicurargli, e per piú assicurar me gli acennai che s'assentassero in terra, il che fecero essi; ma veduto che dietro mi venivano in terra dieci o dodeci de' miei, s'alterarono, e io accennai loro che fra noi sarebbe pace e che non dovessero temere, e con questo si quietarono, che si remisero a sedere come dinanzi. E io m'accostai a loro e gli abbracciai dando loro alcune cosette, commettendo al mio interprete che li parlasse, perché io desideravo molto intendere il modo del parlar loro e il gridare che mi facevano; e per sapere che sorte di cibo avevano, feci lor cenno che avevamo voglia di mangiare, e mi portarono certe mazoche di maiz e un pane di mizquiqui. E mi accennarono che voleano veder tirare un archibuso, il quale io feci disserare, e tutti si spaventarono con maraviglia, eccetto due o tre vecchi di loro che non fecero movimento alcuno, anzi gridavano agli altri perché avevano avuto paura, e per il dire di uno di quei vecchi cominciavano a levarsi di terra e a ripigliare le loro armi: il quale volendo io placare, gli volsi dare un cordon di seta di variati colori, ed egli in gran colera si morsicò il labro da basso forte, e mi diede con un gombito nel petto, e tornò a parlare alla gente con maggior furia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486