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      Io, doppo che viddi alzare le bandiere, determinai di ridurmi dolcemente alle mie barche, e con un poco di vento feci dar vela, con che potemmo rompere il corrente, che era molto grande, ancora che a' miei compagni dispiacesse dover andare innanzi. In tanto gl'Indiani se ne venivano seguitandoci longo la riva del fiume, facendo cenni che dovesse saltare in terra, che mi darebbono robba da mangiare, succiandosi le deta alcuni, e altri entravano nell'acqua con alcune mazoche di maiz a darmele nella barca.
     
     
      Degli abiti, arme e statura degl'Indiani scoperti. Relazione di molti altri co' quali egli ha con cenni commerzio, vettovaglia e molte cortesie.
     
      In questo modo andammo due leghe, e arrivai presso ad una rottura di monte, sopra la quale era una frascata fatta di nuovo, dove mi accennavano gridando che io dovesse andare, mostrandomela con le mani e dicendomi che quivi era da mangiare. Io, veduto che il luogo era atto per esservi qualche imboscata, non vi volsi andare, ma segui' innanzi il mio viaggio. Indi a poco uscirono di quivi piú di mille uomini, armati dei loro archi e frezze, e poi comparsero molte donne e fanciulli, a' quali io non volsi approssimarmi, ma, già che era per tramontare il sole, io sursi in mezzo il fiume. Venivano questi Indiani adornati in differente foggie: alcuni venivano con un segnal che gli pigliava in coperta la faccia a longo, altri coperta la metà di essa, ma tutti tinti di carbone e ciascuno come meglio gli pareva. Altri poi portavano grembiali innanzi del medesimo colore che avevano l'insegna della faccia; portavano in testa un pezzo di cuoio di cervo, di larghezza di duoi palmi, posto a guisa di cimiero, e sopra certe bacchette con alcune penne.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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