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      Io, veduto che m'intendevano ormai in tutte le cose, e che similmente intendevo io loro, mi parve di vedere per qualche via dar buon principio per far sortir buon fine al desiderio che io avevo, e d'alcune bacchette e carta feci fare alcune croci, e fra gli altri dove io gliele davo per cose piú stimate, e le basciavo io, accennando loro che le dovessero onorare e apprezzar molto, e che se le portassero al collo, dando loro ad intendere che quel segno era dal cielo. Ed essi le pigliavano e baciavano e l'alzavano in alto, e mostravano di sentirne grande allegrezza e contento quando faceano questo; e questi io talora mettevo nella mia barca, mostrando loro amor grande, e talora davo lor delle cosette che io vi portavo. E venne poi la cosa a tanto, che non bastavano né carta né bastoni per far croci.
      In questo modo fui quel dí assai bene accompagnato, finché, venuta la notte, mi volse allargar nel fiume e venni a surger nel mezzo, ed essi veniano a domandarmi licenza per partirsi, dicendo che sarebbono tornati a vedermi il giorno seguente con vettovaglia. E cosí a poco a poco si partirono, che non vi restarono se non da cinquanta, i quali fecero fuochi all'incontro di noi e stettero quivi tutta notte chiamandoci, né era ben chiaro il giorno quando si veniano a gettare a nuoto nell'acqua a domandarci l'alzana: e noi gliela dessimo di buona voglia, ringraziando Iddio del buono apparecchio che ci dava di poter montare il fiume, perché erano gl'Indiani tanti che, se avessero voluto impedirci il passaggio, ancora che noi fussimo stati assai piú di quei che eravamo, l'avrebbono fatto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Iddio Indiani