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      Passando il diserto piú innanzi arrivai a certe capanne, donde m'uscí incontro molta gente con un vecchio innanzi, gridando in linguaggio che il mio interprete ben intendeva, e diceva a quegli uomini: "Fratelli, vedete qui il signore; diamogli di quel che avemo, poiché ci fa del bene, ed è passato per tante genti discortesi per venirci a vedere". E detto questo offerse al sole e poi a me medesimamente, come aveano fatto gli altri. Costoro avevano certi sacchi grandi e ben fatti di scorze di bessuchi, e intesi che era questa terra del signor di Quicoma, i quali veniano solamente a raccogliere il frutto delle loro semenze quivi la state; e fra loro trovai uno che intendeva molto bene il mio interprete, onde io con molta facilità feci a costoro il medesimo officio delle croci, che avevo fatto con gli altri da basso. Avevano queste genti del bambaso, ma non pigliavano molta cura di farlo, per non essere fra loro persona che sapessi tessere per farne vestimenti. Mi domandarono come avevano da piantare la croce quando fossero ritornati a casa loro, che era alla montagna, e se era bene di farle una casa a torno acciò non si bagnasse, e se gli dovevano porre cosa alcuna alle braccia; io gli dissi di no, e che solo bastava che la ponessero in luogo che da tutti fusse veduta, finché io ritornasse. E se per caso venisse alcuna gente da guerra, mi offersono di mandare meco piú gente, dicendo che erano cattivi uomini quei che io troverei disopra, ma io non volsi accettarla; tuttavia vi vennero venti di loro, i quali, nell'avicinarmi a quei che erano nemici loro, me ne avisarono, e io trovai le loro sentinelle poste alla guardia nei loro confini.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Quicoma