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      E viddi la testa con la pelle, la carne secca e li suoi capegli, e aveva li denti serrati, e tra quelli aveva una cannella d'argento, e in cima della testa teneva una coppa d'oro appiccata, con un buco che entrava nella testa: quando li veniva in memoria della guerra che suo fratello l'aveva fatta, mettevano gli schiavi la chicha in quella coppa, la qual usciva per la bocca e per la cannella, donde bevea Atabalipa.
     
     
      Come il signor Hernando Pizarro, andando ad una moschea, qual si diceva esser molto ricca d'oro, trovò in diversi luoghi grandissima quantità d'oro, datogli per alcuni capitani d'Atabalipa per riscattarlo. E come spogliorono il tempio del Sole, coperto di lastre d'oro, e similmente molte case e pavimenti e muri, i quali erano coperti d'oro e d'argento.
     
      In questi giorni fu portato certo oro, e di già il signor governatore aveva inteso come in quella terra era una moschea molto ricca, nella quale era molto piú oro di quello che 'l cacique gli aveva promesso, perché tutti li caciqui di quelli paesi adoravano in quella, e similmente il detto Cusco, li quali venivano ad intendere quello che avevano a fare, e molti dí dell'anno venivano ad un idolo che avevano fatto, e gli davano da bere in uno smeraldo concavo. Sapendo questa cosa il signor governatore e tutti gli altri cristiani che v'erano presenti, il signor Hernando Pizarro dimandò di grazia al governator suo fratello che li desse licenzia di poter andar a quella moschea, perché voleva veder quel falso iddio, o per dir meglio quel demonio, poiché aveva tanto oro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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