Pagina (871/1486)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ora, veggendo il governatore che la riviera di quel fiume era copiosa e ben popolata, ordinò che si vedesse tutta la provincia, e se vi fosse in quel pareggio buon porto: e fu ritrovato che era un buon porto alla costiera del mar presso a questo fiume, e che v'erano cosí dapresso caciqui e signori di molta gente, che potevano venire a servire commodamente a chi avesse presso a questo fiume fatta residenzia. Il governatore andò visitando tutti questi popoli, e, veduti che gli ebbe, disse che questa gli pareva una buona provincia da dovere abitarsi da' Spagnuoli, perché si compisse quello che sua Maestà comandava, e gli Indiani della contrada si convertissero e venissero al conoscimento della santa fede catolica. E cosí mandò a far venire gli Spagnuoli che eran restati in Tumbez, accioché col consiglio de' principali si facesse il popolo e la città nel piú conveniente luogo, per servigio di sua Maestà e per il bene de' paesani. E mandato che ebbe questo messo, gli parve che sarebbe tardata soverchio la lor venuta, se non v'avesse mandata persona alla quale il cacique e gli Indiani di Tumbez avessero avuto rispetto e n'avessero tenuto, per aiutare a condurre i nostri, e cosí per questo effetto vi mandò per capitan generale Fernando Pizarro suo fratello.
      Appresso a questo il governatore intese che certi caciqui che vivevano nella montagna non volevano pace con cristiani, ancorché ne fossero stati richiesti da parte di sua Maestà, e perciò vi mandò tosto un capitano con venticinque da cavallo e con altre genti da piedi, per trarli al servigio della Maestà cesarea.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Spagnuoli Maestà Indiani Spagnuoli Tumbez Maestà Indiani Tumbez Fernando Pizarro Maestà Maestà