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      E cosí mi lasciarono, né mi volsero dar da mangiare, se non lo comperavo barattandolo con altre cose. Dissi loro che mi lasciassero veder Atabalipa e dirgli la mia ambasciata, e non volsero, dicendo che egli stava digiunando e non poteva parlar con niuno. Un suo zio uscí a parlar con meco, e io gli disse che ero vostro messaggio, e tutto quello di piú che voi m'ordinasti che io dicessi. Egli mi dimandò che gente erano i cristiani e che arme portavano; e io gli dissi che sono valenti uomini e molto guerrieri, e che conducono cavalli che corrono come il vento, e che quelli che vi vanno a cavallo portano certe lancie lunghe, con le quali ammazzano quanti ritrovano, e che tosto in due salti aggiungono li nemici, e che i cavalli con li piedi e con la bocca n'ammazzano molti. E li disse anco che li cristiani che vanno a piedi sono molto destri, e portano in un braccio una rotella di legno con la quale si difendano, e i giubboni forti ben ripuntati di cottone, con certe spade aguzze e taglienti che da amendue le parti tagliano d'un colpo un uomo per mezzo e troncano ad una pecora la testa: e con queste spade tagliano tutte l'armi che gl'Indiani hanno; e che alcuni altri portano balestre, con le quali tirano da lontano, e con ogni saetta ammazzano uno uomo, e che tirano con tiri di polvere palle di fuoco, che ammazzano molta gente. A questo mi fu risposto che tutto era nulla, perché i cristiani sono pochi, e i cavalli, perché non portano arme, sarebbono subito da lor stati morti con le lor lancie: e io risposi che i cavalli hanno i cuori duri, che non gli avrebbono le loro lancie potuti passare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





Atabalipa Indiani