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      Indi a poco cominciò a piovere e a grandinare, e perciò il governator fece alloggiar i suoi nelle stanze di quel palagio, e il capitano dell'artiglieria con gli suoi tiri dentro la fortezza.
      Mentre che si stava in questo, venne un Indiano d'Atabalipa a dir al governator che alloggiasse dove gli piacesse, pur che non montasse nella fortezza della piazza, perché il suo signore non poteva per allora venire, perché digiunava. Il governator rispose che cosí farebbe, e che aveva mandato suo fratello a pregarlo che venisse a vederlo e a parlargli, perché aveva gran desiderio di conoscerlo, per nuove che avute n'aveva. Il messo se ne ritornò con questa risposta, e il capitan Fernando Pizarro nel farsi notte ritornò co' suoi cristiani adietro, e disse che aveva nel cammino ritrovato un mal passo di fangacci, che pareva che prima fosse stato buono, perché dalla città fino al campo d'Atabalipa era tutta la strada larga e spianata di pietre e terreno: e si conosceva che in quel mal passo era stata a studio rotta e guasta, onde erano essi passati oltre da un'altra parte. E disse che, prima che giungessero al campo avevano passati duoi fiumi, e che dinanzi proprio nel campo ne passava un altro, che gl'Indiani il passavano sopra un ponte, di modo che da questa banda venivano a stare gl'Indiani cinti dall'acqua. E disse che l'altro capitano cristiano che era andato avanti aveva lasciate le sue genti da questa parte del fiume, per non porre gli avversarii in bisbiglio, e che non aveva voluto passar per lo ponte, dubitando che non vi fosse il suo cavallo pericolato, onde era per mezzo l'acqua passato menando seco un interprete; e ch'era poi passato per dentro uno squadrone di gente che stava in piedi, e che, giunto all'alloggiamento d'Atabalipa, in una piazza aveva ritrovati 400 Indiani che pareva che fossero la guardia sua, ed egli stava su la porta del suo alloggiamento assiso molto in basso, con molti Indiani e Indiane in piedi attorno, e con una benda di lana (che pareva seta chermesí) in fronte, larga due piante di mano e legata in testa, con gli suoi cordoncelli che gli calavano fino agli occhi, e che lo faceva piú grave di quello che era: e teneva gli occhi calati in terra, senza alzargli mai a guardare ad altra parte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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