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      Allora il governatore con molta allegrezza disse: "Io ne ringrazio senza fine nostro Signore, e tutti dovemo ringraziarlo per cosí gran miracolo ch'ha oggi fatto per noi: e veramente che potemo credere che senza suo speciale soccorso non averemmo bastato noi ad entrare, in questa terra, or quanto meno a vincere un cosí grosso esercito? Piaccia a Dio per sua misericordia che, poiché ha per bene di farci tanta mercede, ci dia grazia di poter fare tali opere che acquistiamo il suo santo regno. E perché voi signori venite affaticati e stanchi, vadisene ciascuno a riposare alla stanza sua. E poiché Iddio ci ha data la vittoria, non la trascuriamo, che, se ben questi Indiani sono sbaragliati e rotti, nondimeno sono astuti e destri nel far la guerra; onde, perché questo signore, come noi sappiamo, è molto temuto e obedito da loro, essi ogni astuzia e malizia tenteranno per cavarcelo dalle mani: siché e questa notte e tutte l'altre appresso facciasi buona guardia e stiasi vigilante e con accorte sentinelle, accioché ben provisti ci trovino". E cosí se n'andarono tutti a cenare, e il governator fece alla sua tavola sedere Atabalipa e lo fece servire come la sua persona propria; poi li fece dar delle sue donne che erano state prese quelle ch'egli volse per suo servigio, e li fece fare un buon letto nella medesima camera dove egli dormiva, e lo teneva sciolto senza prigione fuori che della guardia, che gli avevano sempre gli occhi sopra.
      Durò la battaglia poco piú di mezza ora, perché era già posto il sole quando s'incominciò: e se la notte non vi si fosse posta in mezzo, di piú di trentamila uomini che erano ve ne sarebbono restati pochi; ed è opinione d'alcuni che hanno veduta gente in campagna che questi erano piú di quarantamila.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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