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      Descrizione della stanza d'Atabalipa.
     
      In questa città di Caxamalcha furono ritrovate certe case piene di veste infardellate, e cosí piene che fino al tetto questi fardelli accumulati giungevano: dicevano che stavano quivi queste robbe depositate e riposte per munizione dell'esercito. I nostri ne presero quelle che volsero, e pur tuttavia ne restarono le case cosí piene che pareva che non ve ne mancasse nulla. Le vesti erano le migliori che vi fossero in quelle Indie vedute, e la maggior parte erano di lana assai sottile e fine, e l'altre erano di cottone, di diversi colori e ben fini. L'arme che si ritrovarono, e con le quali facevano la guerra, e il modo che nel combattere tenevano era di questo modo. Nella avantiguardia andavano frombatori, che tiravano con le lor frombe pietre liscie di fossati e fatte a modo di ova, e portavano in braccio rotelle che essi stessi facevano di tavolette strette e forti, e portavano medesimamente giubboni imbottiti di cottone. Doppo di questi venivano altri con mazze cocche e con azze. Le mazze cocche sono lunghe duo braccia e mezzo e grosse quanto è una lancia ginetta, e il grosso che era nella punta era di metallo, grande quanto un pugno, con cinque o sei punte aguzze, ognuna grossa quanto è il primo deto della mano: e giuocano queste mazze cocche a due mani. L'azze sono della medesima grandezza e maggiori, e il lor taglio di metallo e lungo un palmo, come d'alabarda. Vi sono anco alcune azze e mazze cocche d'oro e d'argento, che i principali le portano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Sesto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1486

   





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